Il tumore del colon-retto è attualmente la neoplasia più frequente fra quelle che riguardano entrambi i sessi. Interessa circa il 14% di tutte le diagnosi oncologiche e rappresenta la seconda causa di morte per tumore nella popolazione generale.
Alla prevenzione primaria si affianca la prevenzione secondaria, ovvero gli screening periodici.
In Italia attualmente il test di ricerca di sangue occulto nelle feci, primo step verso l’individuazione di eventuali lesioni del colon-retto, interessa a cadenza biennale uomini e donne fra i 50 e i 69 anni.
I risultati di un recente studio dei ricercatori della Clinique de Bercy di Charenton-le-Pont in Francia suggeriscono di anticipare i programmi di screening di circa 5 anni: il tasso di mortalità per questa forma di cancro sta crescendo infatti tra le persone di età compresa tra 45 e 49 anni, per le quali l’aumento della presenza di neoplasie è pari addirittura al 400%.
“I risultati della nostra indagine indicano fortemente che lo screening per il cancro del colon-retto dovrebbe iniziare all’età di 45 anni – spiega David Karsenti, che ha diretto lo studio – Questo aiuterebbe ad accrescere le diagnosi precoci del cancro del colon-retto nei giovani adulti e a consentire l’identificazione e la rimozione sicura dei polipi che possono diventare cancerosi in un momento successivo”.
Lo screening, che consiste semplicemente in una raccolta e analisi delle feci, va ad indagare la presenza del sangue occulto (SOF). Quest’ultimo è uno dei segni più precoci del tumore del colon-retto e può precedere anche di diversi anni la comparsa di qualsiasi altro disturbo. Un esame semplice e non invasivo, ma fondamentale ai fini della prevenzione.
Un risultato positivo del SOF non indica necessariamente la presenza di una neoplasia e spesso è associato a malattie diffuse come ragadi anali, emorroidi o malattia diverticolare. È la colonscopia il test più accurato, che permette di indagare con certezza l’eventuale presenza di un tumore del colon retto.
Fonte: www.salute24.ilsole24ore.com