Più calcio, vitamina D e vita all’aria aperta, meno fastfood, bibite gassate e televisione.
La salute dell’ossa e la prevenzione dell’osteoporosi va iniziata da bambini e continuata in tutte le fasi della vita: questa la raccomandazione che emerge dal Congresso Internazionale sull’Osteoporosi, che si è tenuto a Firenze lo scorso fine settimana.
L’osteoporosi è una malattia cronica, provocata da una bassa densità di minerali nelle ossa e dal deterioramento dello scheletro che diventa fragile e a rischio di fratture. Colpisce in modo particolare le donne in menopausa e gli anziani. L’unico modo di proteggersi è «cementificare» la nostra struttura portante nell’età in cui non si pensa di averne bisogno.
Si tratta di una malattia «tutt’altro che rara» afferma la professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente della Fondazione F.I.R.M.O. e docente di Endocrinologia presso l’Università di Firenze «milioni di persone ne soffrono in tutto il mondo e il suo tasso di incidenza va crescendo di anno in anno, a causa dell’aumentare dell’età media della popolazione mondiale.»
Per far fronte alla diffusione della malattia, il servizio sanitario nazionale ha attivato i Fracture Liaison Services, servizi di prevenzione che garantiscono ai pazienti con fratture da fragilità la valutazione del rischio fratturativo e un eventuale trattamento anti-osteoporotico.
Ma come spesso accade, l’intervento più significativo è sul fronte della prevenzione: per prendersi cura del proprio scheletro e garantirsi una buona qualità dell’invecchiamento è necessario adottare stili di vita corretti durante tutta la vita e in particolare durante alcune fasi.
Prima di tutto durante l’infanzia. In età pediatrica il supplemento di vitamina D è raccomandato e a Firenze è in via di sperimentazione il progetto Mister Bone, nato per educare i bambini della scuola primaria: gli insegnanti, appositamente formati sul tema del metabolismo osseo, tengono in classe lezioni sull’alimentazione corretta, fonte di calcio e vitamina D, sull’importanza dell’attività fisica e dell’esposizione al sole e all’aria aperta.
Altra fase in cui è fondamentale porre maggiore attenzione è la menopausa: la cessata produzione di estrogeni da parte delle ovaie può favorirne l’insorgenza ed è necessario intervenire per garantire una buona mineralizzazione dello scheletro.
Infine la terza età: questa è la fase in cui normalmente l’osteoporosi si manifesta e il corpo sperimenta una lenta riduzione della massa ossea. Si tratta di un processo asintomatico, che se non riconosciuto in tempo può trasformarsi prima in osteopenia e successivamente in osteoporosi. Ecco perché superati i 65 anni è buona regola sottoporsi ad uno specifico esame di controllo chiamato densitometria ossea.
Osteoporosi: un altro caso in cui la buona salute passa attraverso la corretta informazione.
Fonte: www.fondazionefirmo.com – Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso