Da alcuni anni il 14 febbraio non è più solo il giorno di San Valentino: la celebre festa è diventata Giornata mondiale delle cardiopatie congenite, per sensibilizzare rispetto ad un problema che riguarda circa 8 bambini su 1000 nati ogni anno.
La cardiopatia congenita è un’imperfezione del cuore e dei grossi vasi dovuta ad un’alterazione del loro normale sviluppo durante la fase embrionale.
Non sempre la cardiopatia congenita è associata a malattia grave: esistono anomalie più lievi, che pur presenti non compromettono la crescita del bambino e la vita da adulto. Altre sono correggibili mediante semplici interventi chirurgici o terapia farmacologica.
In alcuni casi, invece, la cardiopatia potrebbe comportare conseguenze gravi e deve essere affrontata in maniera tempestiva, attraverso interventi chirurgici più complessi e talvolta ripetuti durante la vita del paziente ma che comunque, oggi sempre più, consentono una buona aspettativa e qualità di vita.
Ad oggi non vi è certezza in merito alle cause della cardiopatia congenita. Dalle ricerche più recenti emerge una correlazione con difetti cromosomici o disordini di tipo genetico e, se vi sono diverse casistiche all’interno della stessa famiglia, si consiglia una diagnosi prenatale accurata.
Inoltre sembra che alcuni comportamenti a rischio durante la gravidanza possano favorirne l’insorgenza. In particolare:
- abuso di alcol e droghe,
- alimentazione sbagliata,
- carenza di acido folico,
- esposizione ad un teratogeno,
- esposizioni ambientali dannose,
- assunzione di particolari farmaci,
- contrazione di alcune malattie come la rosolia o la toxoplasmosi.
Normalmente la diagnosi di una cardiopatia congenita avviene proprio durante la gravidanza con l’ecografia morfologica, che si effettua tra la 20esima e la 22esima settimana di gestazione e può evidenziare eventuali imperfezioni a livello cardiaco.
Inoltre alcune anomalie cromosomiche possono essere rilevate grazie all’esame dei villi coriali e all’amniocentesi.
Nel caso si riscontri una cardiopatia congenita fetale, la futura mamma viene indirizzata a partorire in un centro specializzato in grado di affrontare correttamente il caso specifico.
Durante la vita adulta è fondamentale che il paziente affetto da cardiopatia congenita venga seguito dal medico con continuità e che si sottoponga a esami cardiologici periodici, segua una corretta alimentazione e svolga un’attività fisica adeguata, capace di favorire il benessere fisico e psicologico della persona.
Tutte attenzioni che, in linea generale, vanno a migliorare la qualità e l’aspettativa di vita.
Fonte: http://www.aicca.eu